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I Vini Atzeni

La Sardegna è una terra ricca di tradizioni millenarie, tramandate per generazioni di padre in figlio e custodite gelosamente nella nostra terra.
Fare il vino, in Sardegna, è un'arte.

L'Azienda Agricola Atzeni sorge in Trexenta, una località sarda nella provincia di Cagliari. Il nostro podere, situato nel comune di Samatzai, costeggia la S.S. 128, la storica via di collegamento del cuore della Sardegna.
I nostri vini, provenienti da grappoli selezionati e raccolti rigorosamente a mano, rappresentano a pieno
l'orgoglio e il carattere della nostra terra.

Forte, deciso, orgoglioso delle proprie origini.

Curiosità sui vini

Articoli e approfondimenti sul mondo dei vini.

Abbinamento Vini e Formaggi

formaggio-vinoAccostare l’arte casearia all’universo enologico è una delle fasi più stimolanti e affascinanti della tecnica d’abbinamento. Formaggi e vini hanno, effettivamente, molto in comune. Una vera affinità elettiva che rimanda a una suggestiva riflessione su come il mosto sia in qualche modo paragonabile al latte e la vite allavacca (o capra o pecora che sia…) Ma non solo, pensiamo a quanto il clima, il territorio, la tradizione agricola locale possano influenzare il prodotto finale. Entrambi poi partono da un elemento naturale (uve e latte) che successivamente subisce una trasformazione (fermentazione alcolica e cagliatura); entrambi maturano, invecchiano e muoiono, ognuno in maniera differente a seconda della tipologia. Esistono poi diversi tipi di latte, come esistono i diversi vitigni, ci sono formaggi da bere giovani e vini da mangiare appena cagliati…Ehm…Scusate il lapsus ma le analogie sono davvero tante!

Siamo difronte a prodotti che più di ogni altro trovano la loro identità nel luogo d’origine, che a sua volta s’identifica in queste produzioni. Un interazione continua, uno scambio frutto del tempo che rilascia e acquisisce, in un mutare perpetuo, fino alla fine, gande paradigma del vivere, dell’essere. Torniamo sulla terra, torniamo a noi e ai nostri abbinamenti. Causa questo legame al territorio, la forte identità culturale che ne deriva, in fase d’abbinamento ci s’imbatte spesso in quelli che il buon Luigi Veronelli definiva “matrimoni d’amore”, quelle accoppiate che, data la medesima origine trovano una sinergia che va oltre la pura e scientifica tecnica di abbinamento. Per questo un Grana Padano troverà in un rosso dell’Oltrepò Pavese la spalla ideale, o un Castelmagno stagionato in un grande Barolo. C’è poi una scienza che vuole andare oltre le tradizioni, che cerca la perfetta unione di gusti oltreconfini, mirando all’esaltazione dei sapori in quanto tali, senza tenere conto di altro che non sia la percezione gustativa a livello empirico. Quella che ha permesso, ad esempio, ai buongustai inglesi di accostare lo Stilton (il loro formaggio muffato più noto) con il Porto o ai francesi di bere il dolce Sauternes con i formaggi caprini stagionati.

Passando agli aspetti più tecnici della questione è necessario tenere a mente quanto il fondo amarognolo tipico di gran parte dei formaggi si combini perfettamente con i tannini e le sostanze amare del vino, attenuandone la percezione. Ecco che il vino acquista rotondità e morbidezza se consumato con un buon formaggio. Questo accade grazie alla decomposizione della caseina, proteina fondamentale di latte e formaggio, che generando minime quantità di ammoniaca tampona una parte delle componenti acide del vino.

Tutti i vini vanno bene con tutti i formaggi allora? Senz’altro no, bisogna fare molta attenzione, concentrazione intensità dei sapori devono necessariamente corrispondere. Questo vuol dire che a un formaggio molto stagionato va accostato un rosso di grande struttura, alcolico, potente e adeguatamente invecchiato. Se il formaggio è fresco e delicato, allora il vino dovrà essere leggero e profumato. Ma non è finita qui: oltre alla struttura generale, al profilo gustativo c’è da considerare l’equilibriointerno dei sapori, la prevalenza degli elementi grassi, che sono dolciastri, salati o piccanti. Sono diversi i casi in cui al fine di equilibrare l’esperienza sensoriale, quando si mangia un determinato tipo di formaggio, è corretto improntare l’abbinamento sulla logica del contrasto. Un contrasto che dovrà servire a smussare l’eccessiva grassezza con elementi di spigolosità (acidità dei bianchi o il tannino dei rossi), la spiccata sapidità con sapori morbidi, la presenza di muffe o erborinature con vini alcolici e talvolta dolci.

Amici, non ci resta dunque che provare una degustazione di Vini Atzeni abbinati ai formaggi della nostra tradizione e non; raccontateci le scoperte migliori dei vostri palati..

Una strana accoppiata: vino rosso e pesce

pesce e vino rosso

L’abbinamento vino rosso e pesce non è più un tabù: ottimo con pesci grassi e zuppe di pesce

Se siete abituati a vedere e provare l‘accostamento vino bianco e pesce, resterete sicuramente sorpresi nello scoprire che sempre più si diffonde nella tradizione enogastronomica italiana l’accoppiata rosso-pesce.

Al solo pensiero molti di voi storceranno sicuramente il naso, ma messo in pratica da innumerevoli chef l’inconsueto abbinamento sembra aver dato i suoi frutti, dando luogo ad esperienze sensoriali memorabili e molto apprezzate anche dagli intenditori.

Attenzione però a non immaginare l’accostamento del vino rosso con qualsiasi tipo di pesce: l’accoppiata richiede molta cautela anche perché non tutti i vini rossi si abbinano al pesce, ideali nell’abbinamento invece sono le preparazioni al forno, sotto sale o in crosta.

Quali sono invece i pesci che occorre evitare di abbinare al vino rosso?

Sconsigliatissime sono sicuramente le fritture di pesce abbinate al rosso, così come mal si sposano i crostacei e i molluschi che meglio si abbinano a vini bianchi leggeri e poco acidi. sconsigliato anche l’abbinamento del rosso con le insalate di mare.

Curioso sicuramente il fatto che in passato però questo abbinamento era diffuso: sembra infatti che in Sardegna i pescatori amassero particolarmente abbinare le cozze appena pescate con un bicchiere di rosso!

A rischio l’accostamento vino rosso e salmone, è preferibile prediligere la versione affumicata o marinata, mentre azzeccata sembra la sintonia dell’accostamento tra vino rosso e pesci al vapore come orata, branzino e nasello.

Ottimo sembra essere l’accostamento del vino rosso con la zuppa di pesce, un piatto molto saporito che richiede un vino rosso dagli aromi fruttati e morbido al palato, che non copra il gusto del piatto e del suo condimento.

Più infatti le preparazioni a base di pesce saranno semplici più sarà preferibile accostarle ad un bianco, ottimi invece i pesci grassi come pesce spada e tonno, alla piastra o addirittura crudi, in abbinamento ad un rosso che ne sgrasserà il gusto.

Insomma con le dovute cautele l’accostamento rosso-pesce oggi è diventato possibile: se vi siete persi i suggerimenti nel nostro blog trovate diversi esempi, ad esempio l’accostamento del Monica di Sardegna Doc Atzeni con la minestra di pesce …..provare per credere!

Il Monica Doc di Sardegna Atzeni

Il Monica Doc di Sardegna Atzeni

Vermentino di Sardegna DOC Atzeni

Il Vermentino di Sardegna DOC Atzeni

cannonau di sardegna doc

Cannonau di Sardegna DOC Atzeni

Qui potete trovare i Vini Doc prodotti dalla nostra Azienda!

 

 

 

 

Il Vermentino e le sue origini

Vermentino

Un filare di Vermentino, il vitigno a bacca bianca che trova in Sardegna un clima e un terreno molto favorevole.

Tutti conosciamo il Vermentino, vino Doc dal gusto particolarmente gradevole, molto indicato come aperitivo o in accompagnamento ai piatti di pesce, ma non tutti conoscono la sua storia, le sue origini.

I due terzi di questo vitigno a bacca bianca vengono coltivati nel territorio sardo, in particolare nel Sassarese, seguono in percentuale minore la Toscana, il Piemonte e la Liguria.

Si dice in realtà che le origini del Vermentino siano spagnole e che verso l’Ottocento il vitigno sia passato dalla Liguria alla Corsica e alla Sardegna. Esiste anche un’altra ipotesi che accrediterebbe al vitigno origini orientali, da dove si sarebbe poi diffuso nel Mar Egeo e sarebbe stato importato dai Greci lungo la costa francese.

in ogni caso oggi si coltiva in tutta l’Isola, dove ha trovato un clima particolarmente adatto ed un terreno molto fertile, grazie soprattutto a venti favorevoli e zone calde.

La prima zona in cui si sarebbe diffuso il Vermentino sarebbe la Gallura, solo in seguito il vitigno si sarebbe diffuso nel resto della Sardegna, probabilmente nel XIX secolo. Proprio per questo motivo si parla di due diverse denominazioni del Vermentino: Vermentino di Gallura e Vermentino di Sardegna.

Il Vermentino di Gallura è un vino a Denominazione di Origine controllata e Garantita DOCG.

La Gallura è considerata la terra ideale per il Vermentino, grazie al terreno granitico e sabbioso. E’ un vitigno che qui riesce ad esprimere caratteristiche di spiccata personalità.

Il Vermentino di Gallura è un vino profumato, floreale e di macchia mediterranea corposo ed avvolgente. Il suo colore è giallo paglierino carico, il suo sapore secco ma morbido, ottimo con crostacei,  con i piatti di pesce e i formaggi freschi.

ll Vermentino di Sardegna è la DOC più estesa che si produce in ambito regionale. Il suo colore è giallo paglierino chiaro, in bocca si connota per la sua freschezza e delicatezza, dai profumi fruttati e floreali. Ottimo come aperitivo, con pesci delicati e carni bianche.

Qui potete trovare il Vermentino di Sardegna DOC prodotto dalla nostra Azienda!   

Vermentino di Sardegna DOC Atzeni

Il Vermentino di Sardegna DOC Atzeni

Monica di Sardegna in pillole

Monica di Sardegna

Il Monica è un vitigno a bacca rossa che trova terreni fertili in tutta l’Isola

Il Monica è un vitigno a bacca nera coltivato prevalentemente nella parte sud- occidentale dell’Isola, in particolare nel Campidano, dove viene coltivato ad alberello.

Le sue origini vengono attribuite agli spagnoli agli inizi della loro dominazione in Sardegna, ma si tratta soltanto di ipotesi non accreditate: oggi in Spagna il vitigno sembrerebbe quasi completamente sconosciuto, e ciò potrebbe far rivendicare alla terra sarda l’autoctonia del vitigno del Monica.

Secondo un’altra corrente di pensiero il Monica avrebbe origini molto antiche, collocabili intorno all’XI secolo e attribuibili ai Monaci Camaldolesi.

Esistono due denominazioni di Monica: il Monica di Cagliari  e il Monica di Sardegna.

Il vitigno trova terreni favorevoli nel cagliaritano, zona pianeggiante e argillosa ma si sviluppa molto bene anche nelle zone granitiche di origine vulcanica e di scarsa piovosità che caratterizzano il Centro della Sardegna.

Il Monica si presenta dal colore rubino, intenso di struttura, di grande corposità, longevità e piacevolezza. Il suo profumo è etereo, il suo sapore secco e pieno.

L’abbinamento ideale del Monica è senza dubbio con le carni rosse alla griglia, i formaggi stagionati e primi con condimenti saporiti.

Nella versione rosato il Monica esprime un profumo tenue, fresco e un sapore secco e sapido. Si combina molto bene con antipasti, primi piatti, carne rossa alla brace e salumi.MONICA

Qui potete trovare il Monica Doc prodotto dalla nostra Azienda!  

Cannonau in pillole

Cannonau

Il Cannonau è stato definito il vitigno più antico del Mediterraneo

Antichi studi definiscono il Cannonau il più antico vitigno da vino del mondo: il ritrovamento dei primi noccioli attribuibili presumibilmente al vitigno di Cannonau in periodi precedenti al III secolo a.C., che avrebbe dovuto segnare le origini della viticoltura, fanno ipotizzare la nascita dell’arte della vinificazione in Sardegna.

Ancora oggi permangono dei dubbi sulle origini della vinificazione ma senza alcun dubbio il Cannonau rimane il vitigno-simbolo dell’Isola.

Anche le sue origini sarebbero incerte: si parla di un’importazione  avvenuta in Sardegna durante i 400 anni di dominazione spagnola ma oggi questa ipotesi sarebbe stata ampiamente smentita, si attribuisce infatti la paternità del vitigno alla nostra Isola.

Questa seconda ipotesi sarebbe stata confermata anche dagli scavi archeologici condotti nel Medio Campidano, che avrebbero riportato alla luce dei vitigni collocabili nel 1200 a. C. , quando il popolo sardo, abile nella navigazione, si espanse nel Mediterraneo, importando il vitigno anche in Spagna, e poi in Francia.

Oggi le tecniche di coltivazione del Cannonau, definite “a spalliera”, ne fanno un vino morbido e corposo, dal tenore alcolico più contenuto; grazie ad un solo vitigno la Sardegna produce vino in tutta l’Isola.

Il clima favorevole alla coltivazione del vitigno di Cannonau sono di tipo arido e i terreni sassosi, ma ciò non compromette la sua buona produttività.

Il Cannonau Atzeni è forte e deciso, viene prodotto tra le dolci colline della Trexenta, dove i venti persistenti assicurano la salubrità dei vitigni.

Il disciplinare DOC prevede 90% uve cannonau e 10%a autorizzate. Il colore è rosso rubino lievemente intenso e limpido.

L‘abbinamento ideale è con la cacciagione, i formaggi pecorini a pasta dura stagionata  e a pasta filata stagionata, le carni rosse alla brace, o stufate, gli arrosti di maiale, maialetto e agnello.

cannonau di sardegna doc

Cannonau di Sardegna DOC Atzeni

 Qui potete trovare il Cannonau di Sardegna Doc prodotto dalla nostra Azienda 

Omaggio alla cucina sarda

cucina sarda

La cucina sarda è un mix di tradizione, raffinatezza ed eleganza

Oggi vogliamo dedicare il nostro articolo del giorno alla cucina sarda: tanto parliamo di ricette sarde, di abbinamenti ideali ai Vini della Sardegna ma poco ci fermiamo ad esaltarne le caratteristiche, ad analizzarne gli influssi e le origini, ma soprattutto a sfatarne i luoghi comuni, che troppo spesso la vorrebbero descrivere come una cucina povera, di pastori e contadini, fatta dunque solo di cibi semplici e poco elaborati.

Per omaggiare la cucina sarda oggi usiamo le parole di Tonino Mulas, Presidente della FASI ” Federazione Associazioni Sarde in Italia”.

Ecco come ne parla nella Prefazione della “Guida ai Ristoratori Sardi a Milano”:

“La cucina sarda presenta delle particolarità a dir poco interessanti, perché, come ricordano in molti, la Sardegna è la terra orientale più ad Occidente del Mediterraneo. E’ questa la sua particolarità.

E’ stato ed è un crocevia. E’ una terra dove tutto cambia nel rispetto delle origini: dove persistono piatti in uso tra i fenici, dove da sempre si prepara la Feta meglio che in Grecia e con più grande equilibrio, dove regna il Cannonau, che uno studio internazionale ha scoperto essere il più antico vitigno da vino di tutto il mondo.

Quella sarda è una cucina di sintesi, sana, che profuma di macchia, oppure che si attarda sulle lunghe cotture delle salse alla spagnola e sulle miscele delle erbe a cominciare dal timo, dalla menta, dall’uso del mirto e degli agrumi.

E’ una cucina attenta alle proporzioni, all’eleganza della presentazione.

Persino portare in tavola il classico porcetto diventa un fatto d’arte, da servire su un letto di foglie di mirto e in un contenitore di sughero, il cui colore si sposa con quello delle carni dei giovani animali bruniti da una lenta cottura.

Ma prendete le forme dei pani di festa e di sposalizio: sono un monumento al ritmo stilistico e alla bellezza formale.

Prendono le forme di cuori, di alberi della fortuna, di maschere, di persone e animali, da intarsiare e impreziosire con ricami che rimandano a certe infiorature gotiche, alla lavorazione a filigrana e all’eleganza del merletto fiammingo.

Niente dalla cucina sarda è lasciato al caso, perché sono preparazioni ragionate. Basta osservare le caratteristiche dei piccoli malloreddus rigati e cavi per assorbire il sugo, o di sos ” culurzones“, profumati e chiusi a sacco e orlati nelle bordure …..

La Sardegna è sempre stata un’isola di approdi  e scambi.

Ultimo zoccolo di Atlantide, affermano gli studiosi, isola delle colonne d’Ercole e unico luogo di tutto il Mediterraneo Occidentale con un tempio a Ziqqurat simile a quelli della Mesopotamia.

Un popolo strano che ha sempre bevuto latte, yogurt e latte acidulato. Per questo ha il numero di centenari più alto d’Europa.

Perché ha sempre mangiato rispettando il cibo, non imbarbarendolo con strani miscugli che celano i sapori.

Per questo è una cucina raffinata, zen, lenta ed equilibrata. Ma non semplice, anzi, proprio il contrario.”

Donne e Vino

Donne e vinoSapevate che tanti secoli fa alle donne era proibito il vino?

L’immagine della donna nei secoli è mutata profondamente: la costante che per molto tempo ha caratterizzato l’immagine femminile è stata quella della moderazione, dell’equilibrio, della compostezza.

La donna doveva custodire il focolare, non dare scandalo, essere obbediente: risale all’epoca romana il divieto assoluto per le donne di bere il vino, concepito come elemento legato alla sensualità e al sacro, a cui le donne non erano ammesse.

Più in particolare in epoca romana, e più lontano ancora in epoca arcaica,  si proibiva alle donne  il vino per il timore che potessero in qualche modo perdere i freni: il consumo di  vino tra le donne veniva strettamente collegato all’adulterio, si pensava infatti che le donne che bevessero vino potessero più facilmente cedere alle passioni illecite.

Inoltre il consumo di vino per gli antichi Romani dava un’eccessiva libertà di parola che alle donne non era concessa, dovendosi attenere ad un preciso codice di comportamento basato su riservatezza e controllo.

Nei secoli le donne fortunatamente si sono pian piano riappropriate del loro ruolo passando in epoca rinascimentale per i riti dionisiaci, i cosiddetti baccanali dove la figura femminile era fondamentale per la celebrazione del dio Dioniso.

Nel tempo anzi le donne si sono proprio affermate nel  mondo del vino  a tal punto da diventarne protagoniste e produttrici fino ad unirsi per la prima volta nel 1988 nell’Associazione Donne del vino, una vera e propria sinergia di lavoratrici  e professioniste del settore del vino.

Oggi il vino è anche donna: le donne, lo comprano, lo conoscono, lo abbinano e soprattutto  lo apprezzano!

E allora un brindisi a tutte voi, oggi più che mai.

E’ tempo di potatura

Potatura vigna

Una della operazioni fondamentali di coltivazione della vite: la potatura

Oggi vi vogliamo illustrare una delle operazioni principali della coltivazione della vite: la potatura.

Si parla tanto di buona annata e il buon vignaiolo spera sempre in una vendemmia sicura, ma il segreto di una buona produzione risiede proprio nella potatura.

Per semplificare il discorso ai non addetti ai lavori ricordiamo che le principali operazioni che si svolgono durante la coltivazione della vite sono:

La potatura a Gennaio
la potatura verde in Aprile-Maggio
la vendemmia a Settembre

 

Ma cosa si intende esattamente per potatura?

Si tratta semplicemente di un’operazione di ripristino dell’equilibrio della pianta, la cui parte aerea dovrà essere proporzionata a quella delle radici in modo da permettere alla linfa di scorrere in maniera uniforme e far sì che la pianta sviluppi i suoi frutti e si abbia una produzione eccellente.

Quanti tipi di potatura esistono?

La potatura si può distinguere in: potatura di allevamentopotatura secca (o invernale) e potatura verde (o estiva).

La potatura di allevamento è detta anche di formazione, infatti si tratta di un’ operazione di potatura della vite che riguarda i primi tre anni di vita, in cui si dovrà imprimere alla pianta quella forma che alla fine del terzo anno sarà determinante ai fini della produzione.

La potatura secca invece è quella invernale ed è la fase della potatura determinante per la qualità dell’uva, in cui si controlla che la pianta mantenga lo sviluppo assegnatole nello spazio, di qui la verifica dei ceppi, i cui tagli si dovranno evitare nelle giornate di gelo per fare in modo che la pianta non ne risenta, indebolendosi.

La potatura verde o estiva è tipica della stagione più calda, avviene infatti tra la fine della Primavera e l’inizio dell’estate ed è la fase in cui è necessario operare dei tagli e un riequilibrio delle piante più rigogliose per ridimensionare gli spazi, ottimizzando la forma della piante e dunque la produzione.

Una buona potatura e la salubrità dei nostri vitigni, resa possibile dai venti persistenti delle colline della Trexenta, ci assicurano una buona produzione di Vini Doc.

Vino da meditazione e abbinamenti

Salumi e formaggi

Salumi e formaggi si abbinano alla perfezione al Vino da Meditazione

Avete mai sentito parlare del Vino da Meditazione?

Immaginate un momento di relax, magari davanti al camino con un buon libro oppure al tramonto di una sera d’estate: il Vino da Meditazione è il compagno ideale in queste occasioni!

Dal sapore dolce e avvolgente, il Vino da Meditazione è perfettamente indicato per essere sorseggiato nei fuori pasto, come per offrire una piacevole esperienza sensoriale che si accompagna a momenti di pura riflessione.

In realtà il Vino da Meditazione si definisce anche Vino da conversazione, proprio perché si presta molto bene ad essere gustato in momenti di relax, appunto anche durante una piacevole conversazione, non necessariamente durante i pasti.

Sarebbe molto riduttivo parlare del Vino da Meditazione come un vino “da dolce“: sicuramente le sue note fruttate lo rendono il compagno perfetto per un buon dessert, ma le sue caratteristiche vengono messe in risalto molto bene anche con altri cibi, da consumare il pomeriggio o all’ora dell’aperitivo.

Ecco un esempio di un buon vino da meditazione e qualche consiglio per abbinarlo al meglio.

Il Monica DOC di Sardegna    Monica

Il Monica Doc di Sardegna è un vino rosso con profumi di ribes e mirtillo dai sentori floreali che lo rendono perfetto come vino da meditazione, da gustare a fine pasto o fuori pasto davanti ad un buon aperitivo.

E’ un vino sapido che si accosta molto bene alle carni ma è perfetto anche in abbinamento ai formaggi e affettati magri.

Il Monica di Sardegna è un vino da meditazione perfetto per l’ora dell’aperitivo: vi suggeriamo di gustarlo davanti a un buon antipasto di terra, composto di salumi e formaggi.

Un buon bicchiere di Monica si gusta alla temperatura ideale di 18° e si sposa alla perfezione con i formaggi stagionati o a pasta molle, un classico è il suo abbinamento con il pecorino sardo, la provola o il dolce sardo.

Buona meditazione!

Qui potete trovare il Monica di Sardegna DOC prodotto dalla nostra Azienda!