In una padella rosolare la salsiccia tagliata a pezzetti assieme alla cipolla fatta a fettine sottili, quando la cipolla inizierà ad imbiondirsi aggiungete i pomodori e fate cuocere a fuoco lento per circa 45 minuti. 10 minuti prima della fine della cottura si aggiungerà lo zafferano mescolando bene per distribuirlo uniformemente. Quando saranno trascorsi 30 minuti ponete una pentola d’acqua salata sul fuoco e cuocete i malloreddus al dente, poi scolateli e conditeli col sugo di salsiccia, condendo con abbondante pecorino grattugiato
Ingredienti:
In questo piatto il polpo viene cotto con gli odori classici e nel vermentino, crogiolandosi dolcemente nei profumi rilasciati da questo buon vino. Completano il piatto patate e zucchine lessate al dente e dadi di pomodoro fresco. Il tutto disposto sopra una semplice passata di fagioli cannellini.
Procedimento
In una casseruola disporre il polpo con la carota, lo scalogno e il gambo di sedano tritati.
Unire il vino e un ciuffetto di prezzemolo, porre sul fuoco e portare ad ebollizione.
Lasciare sobbollire a fuoco dolce per 35 minuti, spegnere e lasciare riposare coperto per 15 minuti, poi estrarlo e tagliarlo a pezzetti, conservando 4 cucchiai di acqua di cottura
Frullare a lungo i fagioli con 2 cucchiai della loro acqua di cottura e unendo l’olio a filo necessario per ottenere una crema liscia e vellutata. Regolare di sapore con sale e pepe e passarla al colino cinese per raffinarla ulteriormente.
Pelare le patate e ridurle a dadi abbastanza piccoli. Spuntare le zucchine, dividerle a metà nel senso della lunghezza e tagliarle a semi rondelle.
Portare ad ebollizione dell’acqua e salarla. Gettarvi i dadini di patata, farle bollire per 3 minuti ,poi unire le zucchine. Lasciare bollire altri 2 minuti, poi scolare le verdure , mescolandole nella casseruola ancora calda con i pomodori tagliati a cubetti, un filo d’olio e un pizzico di sale.
Finitura
Scaldare la crema di fagioli e con l’aiuto di un anello tagliapasta velate il centro dei piatti.
Disporre armoniosamente il polpo con un pò della sua acqua di cottura e le verdure.
Rifinire con un filo d’olio, una macinata di pepe e servire
Oggi vogliamo dedicare il nostro articolo del giorno alla cucina sarda: tanto parliamo di ricette sarde, di abbinamenti ideali ai Vini della Sardegna ma poco ci fermiamo ad esaltarne le caratteristiche, ad analizzarne gli influssi e le origini, ma soprattutto a sfatarne i luoghi comuni, che troppo spesso la vorrebbero descrivere come una cucina povera, di pastori e contadini, fatta dunque solo di cibi semplici e poco elaborati.
Per omaggiare la cucina sarda oggi usiamo le parole di Tonino Mulas, Presidente della FASI ” Federazione Associazioni Sarde in Italia”.
Ecco come ne parla nella Prefazione della “Guida ai Ristoratori Sardi a Milano”:
“La cucina sarda presenta delle particolarità a dir poco interessanti, perché, come ricordano in molti, la Sardegna è la terra orientale più ad Occidente del Mediterraneo. E’ questa la sua particolarità.
E’ stato ed è un crocevia. E’ una terra dove tutto cambia nel rispetto delle origini: dove persistono piatti in uso tra i fenici, dove da sempre si prepara la Feta meglio che in Grecia e con più grande equilibrio, dove regna il Cannonau, che uno studio internazionale ha scoperto essere il più antico vitigno da vino di tutto il mondo.
Quella sarda è una cucina di sintesi, sana, che profuma di macchia, oppure che si attarda sulle lunghe cotture delle salse alla spagnola e sulle miscele delle erbe a cominciare dal timo, dalla menta, dall’uso del mirto e degli agrumi.
E’ una cucina attenta alle proporzioni, all’eleganza della presentazione.
Persino portare in tavola il classico porcetto diventa un fatto d’arte, da servire su un letto di foglie di mirto e in un contenitore di sughero, il cui colore si sposa con quello delle carni dei giovani animali bruniti da una lenta cottura.
Ma prendete le forme dei pani di festa e di sposalizio: sono un monumento al ritmo stilistico e alla bellezza formale.
Prendono le forme di cuori, di alberi della fortuna, di maschere, di persone e animali, da intarsiare e impreziosire con ricami che rimandano a certe infiorature gotiche, alla lavorazione a filigrana e all’eleganza del merletto fiammingo.
Niente dalla cucina sarda è lasciato al caso, perché sono preparazioni ragionate. Basta osservare le caratteristiche dei piccoli malloreddus rigati e cavi per assorbire il sugo, o di sos ” culurzones“, profumati e chiusi a sacco e orlati nelle bordure …..
La Sardegna è sempre stata un’isola di approdi e scambi.
Ultimo zoccolo di Atlantide, affermano gli studiosi, isola delle colonne d’Ercole e unico luogo di tutto il Mediterraneo Occidentale con un tempio a Ziqqurat simile a quelli della Mesopotamia.
Un popolo strano che ha sempre bevuto latte, yogurt e latte acidulato. Per questo ha il numero di centenari più alto d’Europa.
Perché ha sempre mangiato rispettando il cibo, non imbarbarendolo con strani miscugli che celano i sapori.
Per questo è una cucina raffinata, zen, lenta ed equilibrata. Ma non semplice, anzi, proprio il contrario.”
Tra le carni molto consumate in Sardegna, oltre al maialetto, si colloca senza dubbio la carne di pecora.
La ricetta di oggi richiama la tradizione pastorale della Sardegna ma anche alcuni tratti caratteristici della cucina sarda: semplicità e genuinità.
La carne di pecora è molto consumata anche in vere e proprie sagre. addirittura anche nel periodo estivo, sebbene sia conosciuta come un tipo di carne non proprio digeribile.
La ricetta della pecora in umido è molto semplice e non richiede nemmeno tanti ingredienti in quanto la pecora ha un gusto già molto forte di per sé, dunque vi basterà davvero poco per ottenere un piatto saporito all’insegna della tradizione.
Ecco che cosa dovremo utilizzare per cucinare la pecora in umido.
Ingredienti (x 6 persone)
1,5 kg di pecora (spalla o coscia)
aceto q.b.
4/5 carote
2 coste di sedano
1 cipolla grande
500 di pomodori pelati
1 mazzetto di prezzemolo
1/2 bicchiere di vino rosso
olio extravergine d”oliva Atzeni q.b.
sale q.b.
peperoncino q.b.
Preparazione
Ammorbidite la carne di pecora dal giorno prima immergendola in acqua e aceto.
Fate soffriggere in abbondante olio extravergine d’oliva un trito di cipolla, sedano, carota e prezzemolo tagliati finemente, poi aggiungete la carne tagliata a pezzi non troppo grossi.
Mescolate con cura e aggiungete il peperoncino, sfumate poi con 1/2 bicchiere di vino rosso fino a farlo evaporare.
A questo punto dovrete aggiungere i pomodori pelati, coprire con un coperchio e lasciare cuocere per circa due ore mescolando di tanto in tanto e aggiungendo acqua se occorre.
A fine cottura aggiustate di sale e spegnete la fiamma: servite tiepido accompagnando la pecora in umido con un buon Cannonau Doc di Sardegna Atzeni.
Buon Appetito!
Qui potete trovare il Cannonau di Sardegna Doc prodotto dalla nostra Azienda
Oggi vi proponiamo un succulento piatto di mare che potrete preparare soprattutto con l’aumentare delle temperature e l’arrivo dell’estate per la sua freschezza e digeribilità, stiamo parlando dell‘aragosta alla catalana.
E’ una ricetta molto semplice, alla portata di tutti: si tratta semplicemente di insaporire la polpa dell’aragosta con un’emulsione di olio e limone, che la renderà particolarmente saporita soprattutto se deciderete di utilizzare quella fresca e non surgelata.
Vediamo quali sono i passaggi per la preparazione della nostra aragosta alla catalana.
Ingredienti
1 aragosta
2 pomodori da insalata maturi
una o due cipolle bianche dolci
olio extravergine d’oliva Atzeni
un limone
sale q.b.
pepe q.b.
Preparazione
Fate bollire l’aragosta in acqua salata per almeno 20 minuti, poi scolatela e posizionatela su un tagliere: non appena si sarà raffreddata dovrete tagliarla verticalmente con un paio di forbici ed eliminare le zampe e le parti non commestibili.
Ora in una ciotola dovrete preparare l’emulsione che andrà ad insaporire la polpa della vostra aragosta: mescolate il succo di un limone (utilizzatene due nel caso l’aragosta sia molto grande) con uno o due cucchiai abbondanti di olio extravergine di oliva, aggiungete sale e pepe.
Tagliate i pomodori a cubetti privandoli dei semi, affettate la cipolla e mischiateli alla polpa di aragosta tagliata a pezzi, aggiungete un cucchiaio o due di acqua di cottura dell’aragosta e versatevi sopra l’emulsione di olio e limone precedentemente preparata.
Coprite con un foglio di pellicola trasparente e mettete in frigo un paio d’ore in modo da far insaporire la polpa di aragosta.
Al momento di servire mescolare accuratamente e gustare l‘aragosta alla catalana fredda con un bicchiere di Vermentino Doc di Sardegna servito alla temperatura di 8-12° gradi! Una vera delizia!
Qui potete trovare il Vermentino di Sardegna DOC prodotto dalla nostra Azienda!
E’ quasi Carnevale…vi abbiamo proposto finora alcune ricette tipiche di questo festoso periodo, come le Zeppole e le Chiacchere, ma non possiamo dimenticarci dei Fatti fritti, le ciambelle fritte che in Sardegna si preparano appunto in occasione del Carnevale.
I Fatti Fritti o Parafrittus in sardo richiedono varie fasi di preparazione, tra queste la più importante è sicuramente la lievitazione: a questo proposito vi consigliamo di lavorare l’impasto in un ripiano asciutto e all’interno di una stanza priva di correnti d’aria o di umidità
Ecco cosa ci servirà per preparare i nostri Fatti Fritti:
Ingredienti ( x 6-8 persone)
1 kg di farina
100 g di lievito di birra
100 g di zucchero
4 uova
1/2 litro di latte
50 g di burro
la scorza grattugiata di 2 arance e di un limone
1 bicchiere di acquavite
zucchero per decorare
olio per friggere
Preparazione
Sciogliete il lievito di birra nel latte intiepidito, poi versate in un recipiente lo zucchero e le uova.
Impastate con le mani inumidite, poi aggiungete a poco a poco la farina e gradualmente il latte in cui avete sciolto il lievito.
Ora sciogliete il burro in un pentolino, fate raffreddare leggermente e aggiungete al resto degli ingredienti insieme alla scorza grattugiata dei limoni e delle arance, ad ultimo versate un bicchierino di acqua vite.
Lavorate energicamente l impasto per almeno 15 minuti, dopodiché copritelo con un panno ed una coperta di lana e lasciatelo lievitare due ore e mezza circa in un luogo asciutto e privo di correnti d’aria, in modo da favorire la lievitazione.
Dopo che l’impasto sarà lievitato dovrete lavorarlo per dividerlo in tante piccole ciambelle da disporre sul tavolo in un panno, dovrete coprirle e lasciarle lievitare ancora per un’altra mezz’ora.
Quando saranno lievitate completamente potrete iniziare a friggere: riscaldate bene l’olio in una padella capiente e friggete i vostri fatti fritti da una parte e dall’altra aiutandovi con un cucchiaio di legno finché non saranno dorati.
Scolateli in carta assorbente e cospargeteli di zucchero da entrambi i lati: ora potete gustarli.
Accompagnateli con un buon bicchiere di vino bianco frizzante, l’ideale è il Vermentino Doc di Sardegna, un ottimo connubio per il vostro palato!
Qui potete trovare il Vermentino di Sardegna DOC prodotto dalla nostra Azienda!
Solitamente quando si parla di carbonara si immagina il saporitissimo piatto di pasta cucinata con le uova e la pancetta, un primo ricco e sostanzioso per chi non si accontenta della solita minestra!
Oggi invece imparerete a preparare una variante più leggera della carbonara tradizionale, che sostituisce alla pancetta i frutti di mare ed i crostacei, e sarà sicuramente apprezzata dagli amanti del pesce, e non solo!
Vediamo che cosa ci servirà per preparare un buon piatto di carbonara di mare.
Ingredienti (x 4 persone)
400 g di spaghetti di pasta fresca
200 di polpa di cozze
200 g di vongole sgusciate
100 g di tonno affumicato
100 g di spada affumicato
100 g di gamberetti già sgusciati
1 cipolla
3 cucchiai di olio extravergine d’oliva Atzeni
1 spicchio d’aglio
un uovo
50 g di parmigiano grattugiato
sale q.b.
prezzemolo q.b.
1/2 bicchiere di vino bianco
Preparazione
Tritate finemente la cipolla e fate imbiondire in due o tre cucchiai di olio extravergine d’oliva Atzeni insieme ad uno spicchio d’aglio.
Aggiungete il tonno e il pesce spada affumicato tagliati a listarelle, i gamberetti sgusciati e sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco, lasciate cuocere una decina di minuti.
Ora potete aggiungere le cozze e le vongole, il prezzemolo tritato, aggiustate di sale e lasciate cuocere per 10/15 minuti a fiamma bassa. Nel frattempo cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolate al dente e uniteli al resto degli ingredienti, aggiungete un cucchiaio di acqua salata della pasta e finite di cuocerli insieme al condimento. Spegnete la fiamma.
In un piatto sbattete un uovo con il parmigiano e versate sulla pasta, accendendo nuovamente la fiamma per far insaporire il tutto. Spegnete e servite la vostra carbonara di mare con una spolverata di parmigiano e un po di pepe macinato.
Abbinate ad un bicchiere fresco di Vermentino Doc di Sardegna alla temperatura di 8-12° gradi.
Buon Appetito!
Qui potete trovare il Vermentino di Sardegna DOC prodotto dalla nostra Azienda!
Tra le specialità che la tradizione sarda ci offre non possiamo dimenticare i dolci tipici, tra questi le Seadas, un vero e proprio concentrato di gusto ottenuto grazie ad un perfetto connubio tra il dolce e il salato.
Le Seadas o Sebadas sono infatti dei dolci ottenuti da un impasto a base di farina e strutto, suddiviso in dischi sottili, all’interno dei quali si dispone il formaggio pecorino, poi fritti e cosparsi di zucchero e miele.
Il nome Seadas infatti deriverebbe dalla parola ” seu” che in sardo significa grasso, proprio per indicare la lucentezza tipica di questi dolci, conferitagli dal miele e dallo zucchero.
Si tratta di un dolce tipico della tradizione sarda che ha riscosso successo il tutto il mondo, possiamo infatti trovarlo nella maggior parte dei supermercati pronto da friggere o nei negozi di prodotti tipici, ma perché non provare a a realizzarle con le nostre mani?
Per la nostra ricetta ci occorreranno:
Ingredienti ( x 4 persone)
500 g di farina
50 g di burro o strutto
400 g di pecorino fresco
sale q.b.
scorza di limone o arancia grattugiata
olio per friggere
3 uova
zucchero
miele
Preparazione
Fase 1: l’impasto
Per preparare l’impasto delle Seadas disponete su un piano la farina a fontana, al centro versate le uova, un pizzico di sale e un po d’acqua leggermente intiepidita.
Mescolate gli ingredienti con le mani inumidite, aggiungete poi all’impasto il burro o lo strutto e continuate a lavorare l’impasto fino a farlo diventare liscio ed omogeneo.
A questo punto dategli la forma di una palla e lasciatelo riposare almeno 30 minuti in frigorifero.
Fase 2: il ripieno
Una volta che avrete fatto riposare il vostro impasto per mezz’ora dovrete stenderlo e riempirlo: per il ripieno useremo il formaggio pecorino a scaglie, la scorza grattugiata di limone o arancia e un pizzico di zucchero.
Ora stendete la vostra pasta e ricavatene dei dischi sottili, che potrete ottenere semplicemente utilizzando un coppapasta: a questo punto siamo pronti a riempirli con il nostro composto.
Chiudete i vostri dischi sovrapponendoli a due a due e sigillatene bene i bordi spennellandoli con l’albume d’uovo per evitare che si aprano durante la cottura. Siamo pronti per friggere!
Fase 3: la frittura
A questo punto scaldate abbondante olio e friggete le vostre Seadas finché non diventeranno dorate.
Scolatele su carta assorbente e servitele calde cospargendole di miele e zucchero, ora potete gustare il vostro capolavoro!
………………..E il vino?
Cosa c’è di meglio di un bicchiere di vino per accompagnare un dolce così prelibato come le Seadas?
Il nostro consiglio è di abbinare un vino bianco secco come il Vermentino di Sardegna DOC, che si sposa perfettamente con i sapori intensi del nostro dolce.
Il Vermentino DOC è un vino gradevole al palato, che, servito alla temperatura ideale di 8-12 °, con il suo gusto delicato ma leggermente acidulo si accompagnerà molto bene alle tipiche Seadas sarde.
Provare per credere!
Qui potete trovare il Vermentino di Sardegna DOC prodotto dalla nostra Azienda!
Oggi vi vogliamo dare una ricetta di un primo piatto tipico della Sardegna, in particolare della zona della Barbagia, i famosi culurgiones, ravioli di patate e menta che si possono trovare in tantissime varianti.
I culurgiones detti anche culurxionis hanno una inconfondibile forma di spiga data da una lavorazione manuale della pasta a base di farina e acqua.
Nella nostra versione utilizzeremo un ripieno di patate e menta e condiremo i culurgiones con burro e salvia.
Vediamo come prepararli!
Ingredienti:
Per l’impasto:
300 g di farina di grano duro
1 dl di acqua
1 cucchiaio di sale
Per il ripieno:
1 kg di patate rosse
6-7 foglie di menta
300 g di pecorino fresco
2 spicchi d’aglio
Preparazione
Fase 1: il ripieno
Prima di preparare la pasta per i vostri Culurgiones iniziate a preparare il ripieno: sbollentate le patate, una volta cotte scolatele e riducetele a purea con una forchetta all’interno di una terrina, in cui aggiungerete anche le foglie di menta e l’aglio accuratamente tritati e l’olio. Aggiungete ora anche il pecorino, amalgamate bene fino ad ottenere un composto omogeneo e lasciate riposare in frigorifero.
Fase 2: l’impasto
Ora dovrete preparare la pasta per i Culurgiones: su un piano lavorate energicamente la farina, l’acqua e il sale fino ad ottenere un impasto elastico abbastanza da stendere in foglie sottili.
Una volta ottenute le vostre sfoglie di circa 3-4 mm di spessore, ritagliatene dei piccoli dischi. All’interno di ognuno metterete una noce del vostro composto e chiuderete il tutto facendo attenzione a chiudere bene i bordi, uno alla volta, ed aiutandovi con la punta delle dita. Cercate di dargli quella forma ondulata che fa tanto rassomigliare il Culurgiones ad una spiga.
Fase tre: cottura e condimento
Ora potete cuocere i vostri Culurgiones in acqua bollente salata per 5 minuti circa, fino a quando non saranno venuti a galla.
Fate sciogliere in una padella il burro aggiungendo un po di salvia, mescolate e versate la salsetta sui Culurgiones.
Aggiungete una spolverata di parmigiano..e il nostro piatto è pronto!!
Buon Appetito!
Che vino abbiniamo ai Culurgiones?
Ad un piatto tipico e casereccio come i Culurgiones non possiamo che abbinare un vino altrettanto caratteristico e dal gusto forte e deciso come il Cannonau Doc di Sardegna!
Servite il Cannonau Doc alla temperatura di 18 ° e servitelo con un piatto fumante di Culurgiones!
Qui potete trovare il Cannonau di Sardegna DOC prodotto dalla nostra Azienda.
I sapori del mare, il gusto autentico della tradizione sarda in un unico piatto: gli spaghetti ai ricci di mare.
Oggi vogliamo proporvi questa succulenta ricetta, molto semplice da preparare e davvero ricca di gusto: i ricci di mare potrete trovarli al mercato ittico o nei tradizionali chioschi lungomare, e potrete acquistarli interi o già puliti e racchiusi in bicchierini di plastica o vetro, da consumare ovviamente entro 24 h.
Vediamo come preparare un buon piatto di spaghetti ai ricci di mare!
Ingredienti (x 4 persone)
400 g di spaghetti n.5
100 g di ricci di mare ( due vasetti piccoli)
prezzemolo tritato
2 spicchi d’aglio
3/4 cucchiai di olio extravergine d’oliva Atzeni
sale q.b.
peperoncino q.b.
Preparazione
Se decidete di acquistare i ricci interi dovrete pulirli servendovi di un paio di guanti, forbici per aprirli a metà facendo pressione al centro, e poi dovrete servirvi di un cucchiaino per mettere da parte il contenuto, facendo in modo di eliminare eventuali impurità.
In un tegame scaldate tre o quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva Atzeni e fate rosolare 2 spicchi d’aglio sbucciati fino a doratura e un po’ di peperoncino sminuzzato, poi spegnete la fiamma e togliete lo spicchio d’aglio.
Cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata, avendo cura di scolarli al dente: a questo punto versateli nel tegame unendoli al soffritto, riaccendete la fiamma, aggiungete agli spaghetti un po di prezzemolo tritato e uno o due cucchiai dell’acqua salata della pasta, mescolate 2 o 3 minuti a fiamma bassa e spegnete.
Ora potete aggiungere i vostri ricci di mare agli spaghetti, mescolando bene.
Se preferite potete riaccendere la fiamma mentre mescolate i ricci con gli spaghetti, ma attenzione: i ricci non richiedono cottura, dunque mescolate molto rapidamente a fiamma bassissima, giusto il tempo di far insaporire il nostro piatto con il gusto dei ricci di mare!
Che vino abbiniamo ai ricci di mare?
Senza dubbio con un piatto dai sapori di mare così caratteristici si accompagna perfettamente un buon vino bianco frizzante come il Vermentino Doc di Sardegna.
Il Vermentino Doc servito fresco alla temperatura ideale di 8-12° è l’abbinamento ideale per esaltare il gusto dei nostri spaghetti ai ricci di mare.
Qui potete trovare il Vermentino di Sardegna DOC prodotto dalla nostra Azienda!